17 dicembre 2012

Beati siano gli angeli della Thun

Eccolo arrivato. L'ultimo convivio, quello dove si disperde anche la compagnia più formale.
Sei uscita di scena con sipario scarlatto nella mestizia della sera.
In alto i calici della delusione per brindare alla neonata associazione di reciproca esclusione.
Sagra della fregatura, per avere conferma che le pippe sono solo mie.
Accetto il consiglio di chi ha assaggiato questo bitter sgasato: dirigo la consapevolezza sull'aria che entra ed esce dalle narici, respiro con il diaframma e faccio Mula Bandha.
Incarterò questo pacco per farlo volare dalla finestra a Capodanno, anche solo per la transitorietà di un' epifania d'artificio, purga di buon auspicio.
E anche per lasciare tutto lo spazio al caveau blindato di un dolore tutto mio e solo mio che è ben più atroce e che, inesauribile,  mi abrade lo stomaco di ossessione e punizione. 
E tu, ora, non sei che un decimale tra quel milione di combinazioni apparentemente possibili per accedere alla mia segreta.
L'ultimo sorso di bitter, e il vetro è nella campana prima della fine del mondo.

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